Scienze e Tech

Inquinamento: si studiano gli effetti sui mini organi artificiali

Grazie ad una serie di organi sintetici in miniatura, ottenuti da chip cellulari umani, l’EPA (Environmental Protection Agency) ha condotto un interessantissimo studio scientifico, col fine di valutare ogni cambiamento ed ogni reazione, fisiologica e patologica, dei singoli organi esposti agli agenti inquinanti e alle varie malattie infettive, monitorandone i cambiamenti metabolici.

Dotati di fegati, polmoni, milza, membrane fetali, braccia, stomaci e quant’altro, gli studiosi dell’EPA hanno condotto una ricerca per capire come bisfenolo, diossina ed altri contaminanti sintetici, siano in grado di alterare il metabolismo fisiologico dei singoli organi in crescita, connettendo i mini organi su chip.

Contemporaneamente, il Dipartimento della Difesa sta eseguendo un simile studio sui polmoni, per studiare il comportamento dell’antrace, il principale inquinante utilizzato negli attacchi di bioterrorismo, mentre alcune università si stanno muovendo per studiare gli effetti di determinati agenti infettivi, batterici e virali, sui mini organi artificiali a disposizione.

Queste ricerche hanno lo scopo di capire il funzionamento e la degenerazione anatomica, metabolica e funzionale del singolo organo, per effetto degli inquinanti e di specifiche infezioni, di modo da poter ottenere adeguate informazioni che conducano poi ad uno sviluppo concreto ed efficace di contromisure largamente più utili di quelle già esistenti.

L’obiettivo finale è quello di unire tutti questi mini organi in un unico chip che simuli l’intero corpo umano, di modo da poterne studiare al meglio la fisiologia non solo del singolo organo, ma di ognuno di essi messi in relazione agli altri e di tutto il corpo nel suo insieme.

Malgrado oggi questo fine possa sembrare probabilmente fantascientifico, esistono già le basi per un’ipotesi concreta che si realizzi in un futuro contesto realistico, supponendo che nei cinque anni a venire saranno già a disposizione i primi prototipi.

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