Musica

L’innocenza ritrovata: gli U2 presentano in anteprima in Italia il loro “Songs of Innocence”

“Bisogna sempre ripartire dai propri errori”, ha detto Paul Hewson, in arte Bono Vox, parlando dell’ultimo disco che, sin dal titolo, cita una celebre raccolta di poesie del poeta e pittore inglese William Blake, “Songs of innocence and of experience”. E proprio l’innocenza a cui il cantante degli U2 fa riferimento segna una sorta di ritorno alle origini e a tutta quella musica che la band ha ascoltato nel corso della propria carriera:

“Ogni giorno si deve provare a ricominciare – continua Bono– da soli o con l’aiuto di Dio: noi l’abbiamo voluto fare con questo disco”.

Gli fa eco The Edge, storico chitarrista che l’accompagna in questo tour promozionale:

“È anche grazie al nostro gruppo e alla musica se siamo riusciti a rimanere un po’ innocenti e naif”.

Il ritorno in Italia dei due leader carismatici degli U2, quattro anni dopo l’ultima esibizione a Roma, coincide con l’arrivo nei negozi di “Songs of Innocence” dopo che, lo scorso 10 settembre, il disco era stato presentato in anteprima su iTunes (https://www.apple.com/it/U2/): grazie a un milionario accordo con la casa di Cupertino, l’album era stato reso disponibile gratuitamente (per l’ascolto e il download) in esclusiva a 500 milioni di utenti di iTunes Store sparsi in tutto il mondo.

Una mossa che ha dato grande visibilità ma ha pure provocato un’ondata di critiche a Bono e soci: l’annuncio di “Songs of Innocence” è infatti coinciso con il lancio del nuovo iPhone 6 da parte di Apple, la quale ha poi precisato che avrebbe pubblicato a proprie spese il disco.

In attesa di capire quale sarà la ricezione da parte della critica e di quella fascia di pubblico che solo oggi ascolterà la tracklist del nuovo lp di inediti, pare che in pentola bollano già nuove iniziative: innanzitutto si moltiplicano i ‘rumors’ circa un tour negli stadi che prenderebbe il via a 2015 inoltrato; intanto, si attendono news sull’ormai prossima registrazione della seconda parte di questo lavoro, intitolato programmaticamente “Songs of Experience” e sul quale, al momento, vige il più assoluto riserbo.

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