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Schwazer, il Tas decide 8 anni di squalifica: “Sono distrutto”

Ci sono voluti dei giorni, ma alla fine la sentenza del Tas è arrivata: Alex Schwazer è stato squalificato, come richiesto dalla Federazione Internazionale, per otto anni, e chiude in pratica la sua carriera, senza partecipare alle Olimpiadi di Rio.

Sulle sorti dell’atleta altoatesino ha pesato anche la recidività, dopo la squalifica arrivata 4 anni fa, prima dei giochi di Londra. Schwazer non ha commentato la sentenza, ma ha detto solamente: “Sono distrutto, chiedo più rispetto per me”. Molto accese invece le dichiarazioni che nella conferenza stampa successiva alla sentenza ha pronunciato il suo tecnico, Sandro Donati, che è tornato a parlare di un complotto, ordito dalla IAAF, ai danni dell’atleta italiano.

La positività di Alex Schwazer è relativa ad un controllo “a sorpresa” che è stato effettuato lo scorso 1 gennaio; tale controllo, che dalla prima analisi era risultato negativo, aveva dato risultati positivi ad analisi ripetute successivamente.

A Copacabana, Schwazer è apparso distrutto, e si è allontanato da tutti, per meditare da solo su questa decisione del Tas; prima della sentenza, nella mattinata di Rio de Janeiro, aveva proseguito ad allenarsi, nonostante tutto, ed aveva effettuato un seduta di 40 chilometri con il suo tecnico che lo seguiva pedalando in bicicletta. L’azzurro era molto convinto che il Tas lo avrebbe riammesso a gareggiare e voleva presentarsi al meglio della forma.

Dopo l’udienza “fiume” di lunedì, che era durata circa 9 ore, ed i due giorni nei quali i giudici sono stati riuniti in “camera di consiglio”, è arrivata invece la risposta negativa, comunicata all’atleta dalla sua manager.

Sandro Donati continua a parlare di un ambiente “corrotto” riferendosi alla federazione, e di comportamenti scorretti, di elementi “strani” come ad esempio l’accanimento contro il suo atleta, più e più volte sottoposto ad esami nei primi sei mesi dell’anno, esami tutti negativi ad eccezione di quello dell’1 gennaio. Donati ha parlato anche di “incongruenze” sulla conservazione del campione sul quale poi è stata riscontrata la presenza di testosterone.

Dall’ambiente di Schwazer intanto si fa sapere che la questione, finita sotto il profilo della giustizia sportiva, si sposterà ora nelle aule penali, in quanto è stata presentata una denuncia per la manipolazione delle provette.