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Due fratelli kosovari arrestati a Oberhausen, in Germania. Sospettati di un attacco terroristico

Sono passati appena tre giorni dalla strage che ha sconvolto Berlino e nella quale è rimasta uccisa anche una italiana, Fabrizia Di Lorenzo, a Berlino per lavoro, ed in Germania c’è ancora timore di attacchi terroristici di matrice islamica. La polizia tedesca potrebbe aver sventato un attacco in preparazione contro il “CentrO”, un complesso commerciale di Oberhausen, località nell’ovest del Paese, arrestando due persone.

Si tratta di due fratelli di origine kosovare, di 28 e 31 anni di età che la polizia sospetta per l’attentato. L’intelligence tedesca è continuamente al lavoro ed aveva segnalato questa possibilità, tanto che le forze dell’ordine si erano recate proprio nel centro commerciale, il più grande della zona e comprendente 250 negozi, ed anche in un vicino mercatino.

L’arresto dei due fratelli è stato reso noto dalle autorità, che hanno comunicato che le indagini sono ancora in corso. La polizia infatti vuole scoprire a che punto fosse lo sviluppo della pianificazione dell’attacco terroristico e soprattutto individuare se altre persone fossero coinvolte nell’operazione.

Intanto in Germania non si interrompe la caccia che le forze di polizia stanno effettuando alla ricerca di Amri Anis, la persona accusata di avere messo a segno l’attentato berlinese nel quale sono morte 12 persone. Nel corso di queste indagini nella giornata di ieri sono state eseguite tre irruzioni in altrettanti appartamenti ed una su un autobus, ma in tutte le occasioni non è stato trovato il presunto terrorista. Dalle indagini in corso si è capito come la polizia pensi che Amri Anis si stia ancora nascondendo a Berlino. Mentre l’Isis ha rivendicato l’attentato avvenuto nella capitale tedesca, da parte della polizia è stata messa anche una taglia, del valore di 100 mila euro per chi fornisca indicazioni utili per la sua cattura. Intanto un fratello di Amri Anis ha fatto un appello al fuggitivo, invitandolo a consegnarsi alle autorità.

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