Cronaca

Il terremoto causa una slavina sul Gran Sasso: dispersi gli ospiti di un resort

LA TRAGEDIA SULLE NEVI ABRUZZESI – La nuova attività tellurica che, negli ultimi due giorni, è tornata a martoriare il Centro Italia (e in particolare le regioni di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) ha causato delle nuove vittime. Una slavina si è infatti abbattuta, nella serata di ieri, sull’Hotel Rigopiano, un resort situato alle pendici del complesso del Gran Sasso. Secondo quanto riportato da alcuni clienti della struttura, la valanga avrebbe devastato l’intero edificio, spostandolo anche di una decina di metri: inoltre, a causa delle avverse condizioni meteo, i primi mezzi di soccorso sono riusciti ad arrivare sul posto solamente all’alba di questa mattina, trovandosi di fronte una situazione definita da alcuni “apocalittica”. Al momento, stando a fonti ufficiali, sarebbe già stata accertata la presenza di una vittima, estratta dalle macerie, ma il numero potrebbe essere destinato a salire nel corso delle prossime ore, dopo che solamente due degli occupanti della struttura sono stati tratti in salvo.

LE TESTIMONIANZE DEI SOCCORRITORI – Il resort, ubicato nei pressi del Comune di Farindola (Pescara), ospitava infatti tra le 20 e le 30 persone, la maggior parte delle quali risulta dispersa e non risponde agli appelli dei soccorritori. “Temiamo ci siano diversi morti” ha spiegato Antonio Crocetta, uno dei coordinatori del servizio di Soccorso Alpino della Regione Abruzzo, aggiungendo che le operazioni stanno procedendo a rilento, dal momento che un’altra colonna di volontari non è ancora riuscita a raggiungere il luogo della tragedia a causa delle forti nevicate. Crocetta ha inoltre rivelato che, in un primo momento, l’allarme è stato dato da due clienti che hanno inoltre segnalato la possibile presenza di bambini in una delle camere. Alcuni degli ospiti sono riusciti ad allontanarsi prima che la slavina si abbattesse ma, complice la difficoltà di stabilire dei contatti telefonici, non è ancora ben chiaro il numero di coloro che si sono messi in salvo e, invece, di chi è ancora sotto le macerie.

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