Scienze e Tech

L’alcol e il cuore: ragazzi a rischio

Al meeting internazionale sulla fibrillazione atriale e infarto, tenutosi a Bologna, un gruppo di esperti ha lanciato l’allarme circa il consumo eccessivo di bevande alcoliche da parte dei ragazzi.

È ormai divenuta una cattiva abitudine quella del cosiddetto “sballo da weekend” da parte dei giovani, anche teenagers. Tutto ha inizio con un innocente aperitivo dell’happy hour, un bicchiere di birra per cena per concludere con un abuso di superalcolici o di svariati e fantasiosi cocktail bevuti in discoteca. Secondo quanto è emerso dall’incontro, la maggior parte degli incidenti del sabato sera sarebbero il risultato di numerosi effetti cardiaci causati dal troppo alcol.

Secondo i cardiologi, infatti, la cattiva abitudine di bere troppo è troppo rischiosa per il cuore a causa di un aumento improvviso delle catecolamine nel sangue. Queste sostanze provocano gravi aritmie che conducono spesso a pericolosissimi svenimenti – commenta il presidente del congresso Alessandro Capucci – un gravissimo rischio soprattutto se ci si trova alla guida.

La serietà del danno accresce se all’alcol, come accade non di rado, vengono aggiunte sostanze stupefacenti quali ecstasy, cocaina e le nuove pillole sintetiche, molto in voga tra i giovani d’oggi, che possono condurre anche ad una morte improvvisa.

Capucci sottolinea l’irresponsabilità dei ragazzi spinti a continuare a bere senza porsi troppi limiti. Essi, a lungo andare, svilupperanno alti fattori di rischio come ipertensione e ipercolesterolemia. La probabilità di andare incontro a gravi fibrillazioni atriali saranno più elevate dopo un eccessive bevute, rispetto a quando erano giovani. Conclude mettendo in evidenza, come tale comportamento potrebbe condurre ad un alcolismo cronico. In tal caso le conseguenze sarebbero ancora più gravi: alterazione della funzionalità cardiaca e una crescita smisurata di una probabilità di morte improvvisa.

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  1. […] Lo studio, è stato condotto su 2315 uomini finlandesi, tutti di età compresa tra i 42 e i 60 anni, reclutati a metà degli anni ottanta. Il primo follow up condotto più di vent’anni fa, ha confermato che la sauna costituisce un fattore di protezione in grado di preservare l’essere umano dalla morte per malattie cardiovascolari. […]

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