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Vuelta 2015: vince Aru. Ecco la storia dell’edizione di quest’anno

La passerella di Madrid si conclude con la vittoria nella Vuelta da parte di Fabio Aru. Il sardo dell’Astana sale sul podio in maglia rossa e porta con se la bandiera italiana e quella della Sardegna.

Una vittoria meritata, quella di Aru, conquistata giorno per giorno, con la botta decisiva al rivale più accreditato, l’olandese Dumoulin, che è arrivata nella penultima tappa, quella dei quattro colli di prima categoria da scalare, nella quale l’erede di Nibali ha attaccato sulla penultima salita lasciando indietro la maglia rossa che lo precedeva di soli 6 secondi in classifica grazie alla vittoria nella tappa a cronometro individuale.
L’ultima frazione è stata vinta da John Degenkolb, ma le attenzioni del pubblico madrileno erano tutte per il giovane Sardo che centra la sua prima vittoria in una grande corsa a tappe, dopo essere arrivato, in questa stagione anche al secondo posto nel Giro d’Italia, alle spalle di Contador, mettendogli molta paura nelle ultime due frazioni di montagna vinte. Ed ora per Aru la prossima tappa è quella della partecipazione al Tour de France, in una stagione che lo potrebbe vedere protagonista anche alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Alle spalle di Aru si sono piazzati lo spagnolo Purito Rodriguez che ha vinto la maglia bianca della classifica combinata, con 57 secondi di ritardo ed il polacco Majka, portacolori della Tnkoff-Saxo. Quarto il colombiano Quintana, vincitore dell’edizione 2014 del Giro d’Italia.

E’ stata un’edizione della Vuelta, la 70esima,  che non ha risparmiato emozioni e sorprese, per r una edizione nella quale si sono succedute polemiche e sfide con pochi secondi di distacco. Una corsa molto battagliata, che , ripercorrendo sinteticamente, vede un primo colpo di scena causato dall’esclusione dalla corsa di Nibali, compagno di squadra di Aru, reo di essersi fatto trainare da una macchina della sua formazione nel corso della prima tappa quando cercava di rientrare dopo essere rimasto coinvolto in una caduta quando mancavano 30 chilometri al traguardo. Nel corso dell’ottava tappa, contrassegnata da molte cadute, Sagan va a terra dopo essere stato urtato da una moto, ed il giorno dopo non si presenta alla partenza, con la Tinkoff che minaccia il ritiro della squadra. Nella tappa successiva arriva la rivelazione Dumoulin che attacca in salita, terreno non prediletto, staccando gli scalatori e prendendosi la maglia rossa di leader della corsa, con Quintana, Froome, Rodriguez, Majka e lo stesso Aru che si devono inchinare all’azione di forza dell’Olandese.
Nella decima tappa arriva la prima vittoria in un grande giro per l’empolese Sbaragli che batte tutti i velocisti tra cui John Degenkob, vincitore della Sanremo. Nell’undicesima tappa, di soli 138 chilometri ma con sei colli da scalare, c’è la caduta di Froome che si deve ritirare. Nel tappone successivo, con la Vuelta che arriva ad Andorra, la vittoria di Landa ed il secondo posto di Aru consegnano la maglia rossa al ragazzo italiano, anche se ci sono alcune polemiche per l’attacco che Landa, che il prossimo anno passerà al team Sky, ha portato al suo capitano. La quattordicesima tappa vede alla ribalta un altro italiano, De Marchi, che vince in salita nella nebbia del traguardo di Fuente del Chivo, ma anche Fabio Aru può far festa perché a fronte del secondo perso da Rogriguez ne guadagna 19 su Dumoulin, grande specialista del cronometro.
Nella terza tappa consecutiva con arrivo in salita si fa vedere Purito Rodriguez che vince, ma per 1 secondo non riesce a strappare la maglia rossa che resta sempre sulle spalle del sardo dell’Astana.

La cronometro come previsto viene vinta dall’olandese Dumoulin, ma Fabio Aru resiste bene e resta secondo in classifica generale con soli 3 secondi di distacco ed ha a disposizione le ultime tappe di montagna per cercare di scalzare il suo avversario, mentre gli altri scalatori fanno peggio di lui a cronometro ed ora sono distaccati. Aru prova ad attaccare già il giorno dopo e mette alla prova la maglia rossa con una serie di scatti, ma Dumoulin regge molto bene ed addirittura nella giornata seguente riesce a strappare 3 secondi ad Aru in un arrivo più adatto alle sue caratteristiche. Le speranze di vittoria del Sardo restano quindi agganciate alla penultima tappa che parte da San Lorenzo de El Escorial ed arriva a Cercedilla dopo aver superato quattro gpm di 1° categoria. L’Olandese si piazza alla ruota di Aru mentre davanti scappa la fuga di giornata e nei primi due colli riesce a stargli a ruota, ma nel corso della terza ascesa Aru insieme a suoi compagni di squadra mette in scena un forcing che demolisce l’oOandese e consegna all’Italiano la maglia rossa di leader.

Per Fabio Aru una vittoria cercata con determinazione ed ottenuta, al termine di una corsa nella quale ha confermato di essere, nel complesso, il migliore del gruppo.

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