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Dopo Malta, Nazionale sempre più in crisi. Ma questa Italia, in A, raggiungerebbe l’Europa League?

Dopo le prime due partite di campionato, in occasione  dei match di qualificazione agli Europei da cui è attesa la nostra Nazionale (ieri la  prova deludente contro la modesta Malta), era logico che le trasmissioni sportive accentrassero i propri palinsesti su questo duplice appuntamento.

La trasmissione radiofonica ” Radio Radio“, ad esempio,  ha sentito in merito a queste due gare ed alla Nazionale nel suo complesso, due ex giocatori del campionato italiano e i giudizi non sono stai così lusinghieri. Fernando Orsi, ex portiere della Lazio, ha citato Antonio Conte, il quale ha affermato che potranno essere titolari nella sua formazione, solo quelli che giocano con costanza nella loro squadra di club e, passando ad analizzare l’attuale formazione schierata dal C.T. italiano, ha affermato che sulla carta si tratta di una buona formazione, ma nulla di più. Ha parlato di un reparto di centrocampo che ha più qualità rispetto alla quantità di gioco che riesce a produrre, probabilmente alludendo anche ad un dinamismo che, anche ieri, complice la condizione di forma non eccezionale di alcuni suoi interpreti e un Pirlo abituato ormai ai ritmi del calcio bailado della Nsl, non ha impressionato per movimento.
Nello stesso tempo però, sempre secondo l’ex estremo biancoceleste, la formazione di Conte se fosse inserita nel nostro campionato di serie A, non riuscirebbe a classificarsi nelle prime quattro posizioni della classifica, potendo giusto ambire a raggiungere una qualificazione in Europa League, forse.

Oltre ad Orsi, è stato ospite della stessa trasmissione anche Roberto Pruzzo, ex centravanti di Roma e Genoa, ed anche l’ex giallorosso nell’esprimere il proprio parere, è apparso fortemente critico relativamente ad un undici azzurro, mai apparso tanto povero di qualità ed interpreti. O’ Rey de Crocefieschi, infatti, non ha nascosto le proprie perplessità verso un attacco che consta del trio Candreva, Pellè ed Eder, augurandosi, che nel corso della stagione, possano registrasi sorprese positive, in primis il recupero di Mario Balotelli.
Anche Pruzzo, poi, ha dedicato qualche minuto al centrocampo,  sostenendo che l’impiego di Pirlo, la cui presenza tranquillizza Conte, è però discutibile, essendo l’ex play-maker impegnato in un campionato non trascendentale, “dove ormai passeggia” ( e anche ieri l’ex Milanista non è apparso in grande condizione), stroncando nel contempo anche Verratti, il quale viene definito un buon “gregario“, ma non l’uomo a cui poter affidare le chiavi del gioco italiano, in quanto non ha le stimmate del leader.

Giudizi impietosi che, però, paiono confermati anche dal ranking Fifa, che vede gli Azzurri occupare un mesto sedicesimo posto, mentre nelle prime posizioni si confermano l’Argentina, seguita da due nazionali europee, Belgio e Germania, e da un’altra sudamericana, la Colombia, mentre il Brasile, pur reduce da un Mondiale disastroso, segue al quinto posto.
Un momento di crisi di talenti per la nazionale evidente ai più che, però, coniugato alla provocazione di Orsi, apre ad un interessante dibattito: davvero questa Nazionale giocherebbe in serie A per la quinta posizione? Stimolati dalla dichiarazione dell’ex storico numero 12 laziale,da una prova sconcertante contro i dilettanti maltesi e un po’ per gioco, accostiamo allora l’undici di ieri a quello  probabile delle prime forze del campionato, e facendo un confronto tra figurine (spesso assolutamente non rispondente a quello che è l’esito del campo) vediamo cosa ne viene fuori (indicando a nostro giudizio in rosso i club di serie A, a livello di nomi, superiori alla nostra nazionale e in nero quelli inferiori o di egual livello):

Azzurri ieri in campo con un 4-3-3 composto da Buffon -Darmian,Bonucci,Chiellini,Pasqual-Verratti,Pirlo,Bertolacci -Gabbiadini, Pellè,Eder, oltre ai  successivi inserimenti di Parolo e Candreva.

Juventus (4-3-1-2 Buffon-Lichsteiner, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro-Khedira, Marchisio, Pogba-Hernanes-Mandzukic, Morata/Dybala): Partenza d’obbligo con i Campioni d’Italia  e parallelo che appare tra i più facili, visto il numero di interpreti presenti in entrambi gli schieramenti. In difesa, nonostante le indiscusse qualità di Darmian, Lichsteiner non paga così tanto dazio al neo acquisto dei Red Devils e Alex Sandro appare più propositivo del modesto Pasqual di ieri sera. Anche a centrocampo sembra non esserci partita, complice un Pirlo in fase discendente e un Pogba che tra gli Azzurri si tarda a trovare. Anche in attacco, seppur non un fuoriclasse, non sembra esserci gara tra l’esperienza e la vena realizzativa di Mandzukic rispetto al modesto curriculum e bagaglio tecnico del pur generoso Pellè; idem con patate per Eder, che pur dotato di altra tecnica rispetto al compagno di reparto di ieri, non appare di eguale talento rispetto ad uno a scelta del duo Morata o Dybala.

Roma ( 4-3-3 Szeczesny-Maicon, Manolas, Castan, Digne-Nainggolan, De Rossi, Pjanic -Salah, Dzeki, Iago Falque/Totti): Anche una delle squadre giallorosse più forte dell’ultimi trentennio appare palesemnte superiore alla squadra di Conte.
I dubbi permangono evidentemente tutti in difesa. Tra i pali, nonostante le prime uscite positive, il portiere polacco mai trascendentale nell’Arsenal sembra offrire meno garanzie dello stagionato Gigi, come anche il convalescente Castan, in mezzo (sempre che non giochi stabilmente De Rossi, con Keita promosso in mediana), non appare ancora al meglio. Non c’è partita, invece, a centrocampo, dove quello romanista – probabilmente attualmente uno dei migliori d’Europa se non il migliore – surclassa la squadra di Conte in quantità e qualità. Paghiamo dazio anche in attacco, dove una punta del valore di Dzeko ci manca dal miglior Vieri e la velocità di Salah non esiste in nessun elemento.

Napoli (4-3-1-2 Reina – Hysaj/Maggio, Chiriches/Koulibaly, Albiol, Ghoulam -Alla, Valdifiori, Hamsik; Insigne; Higuain, Mertens/Callejon): Indicata da molti, nonostante una partenza non entusiasmante, come la terza forza del torneo, il confronto con gli uomini di Sarri  appare più equilibrato, ma ci rimane la convinzione che la squadra partenopea si faccia preferire, se non altro per un paio di fuoriclasse che in azzurro, in questo momento, latitano.
Azzurri che prevalgono dietro (nonostante il ritorno di Reina garantisca maggiore sicurezza tra i pali e di terzini sinistri la Nazionale non abbondi); confronto a centrocampo che appare in parità, con un Allan oscuro quanto prezioso, un Hamsik in flessione ma ancora superiore alla maggioranza dei nostri centrocampisti ( se non tutti) e un Insigne che potrebbe tornare utile anche a Conte e attacco a favore del Napoli, dove giganteggia Higuain e Callejon e Mertens appaiono di un’altra categoria rispetto ai nostri, come dimostrano le tante panchine di Gabbiadini.

Inter  ( 4-2-3-1 Handanovic-Montoya/Nagatomo, Miranda, Murillo, Telles-Melo/Brozovic, Kongodbia, Perisic, Ljajic, Jovetic- Icardi):  Lo stesso nuovo undici nerazzurro, come formatosi dalle mille operazioni di mercato, almeno sulla carta, appare non sfigurare di fronte alla nazionale attuale. La squadra di Mancini, ad eccenzione che per l’esterno basso a destra, tiene botta dietro, dove Handanovic regge la concorrenza di Buffon. Centralmente, poi, Miranda, colonna dell’Atletico de miracoli per anni e il promettente Murillo offrono non poche sicurezze. anche di Telles poi si parla un gran bene. In mezzo, pur senza un genio dalla bacchetta magica, Kongodbia rappresenta, con tutta probabilità, il miglior incontrista del futuro e anche l’estro di Perisic è difficile da replicare in casa azzurra. Davanti se il ginocchio di Jo-Jo tiene e Icardi fa il suo, Italia sotto

Lazio  (4-3-3 Marchetti-Basta, De Vrij, Gentiletti, Radu-Parolo, Biglia,Cataldi-Candreva, Djordevic/Matri, Felipe Anderson): Risultato incerto , invece con la Lazio, con il rischio che anche la squadra di Pioli, possa farsi preferire all’attuale modesto parco giocatori nostrano. Difesa laziale che, probabilmente, risulta leggermente inferiore (anche se Marchetti rappresenta sempre una garanzia e sugli esterni i Biancocelesti sono tutt’altro che male, n.d.r), centrocampo con il duo Parolo-Candreva tra i migliori ieri contro Malta, ma con la presenza di un regista come Biglia, attualmente superiore sia a Pirlo che Verratti (come dimostra la corte serrata che il Real Madrid ha portato all’Argentino) e in  avanti un autentico fenomeno come Felipe Anderson, che se non si perde, è destinato a divenire  uomo mercato planetario delle prossime stagioni.

Milan-Fiorentina-Torino:  Probabilmente in questi casi un undici quello azzurro che se la gioca o appare superiore. Dietro lo ènsenz’altro, sia al Milan ( vada per Romagnoli e Diego Lopez, ma il resto non è da Milan) e alla Fiorentina( Tatarusanu , Tomovic, Astori e Alonso non sono ai livelli dei nostri), mantenendo una sorta di equilibrio con una difesa granata che forte dei vari Glik, Maskimovic, Bruno Peres o Zappacosta (lui sì prossimo azzurro) appare di assoluto livello. Azzurri che appaiono superiori anche in mezzo al campo sia ad un Milan che propone tanti faticatori (De Jong, Kucka, ma poco altro, con Bertolacci e Bonaventura chiamati ad esprimersi con continuità) sia del Torino, dove Benassi e Baselli seppure in crescita devono ancora maturare, sia di una squadra viola in cui Borja Valero appare lontano dallo straordinario giocatore del primo anno, Suarez sembra bravino ma poco più , mentre Blacìszczykowski viene da un lungo stop e il talentuoso Mati Fernandez viaggia a corrente alternata. In avanti, infine, Milan superiore ( averceli Bacca e Luiz Adriano), Torino leggermente sotto ( Quagliarella non ha più 20 anni, Belotti deve crescere), mentre in casa viola confronto impegnativo, ma probabilmente fra un paio  di anni, quando Bernardeschi e Babacar avranno raggiunto la piena maturità.

In sintesi, da un semplice raffronto assolutamente opinabile e stimolati da una estemporanea considerazione di Nando Orsi, apparsa inizialmente esagerata, ma a ben pensarcii non del tutto peregrina, un livello attuale della nostra scuola calcistica davvero misero, con una Italia, almeno quella attuale,che in un ipotetico confronto nella massima serie, risulterebbe meno competitiva di  molte big:  inferiore a Juve, Roma, Napoli, Inter  e Lazio, e leggermente superiore (forse) a Torino, Fiorentina e Milan
Azzurri in grado di raggiungere l’Europa League, quindi, ma per  l’Europeo ci vorrà decisamente di più ( e di meglio).

 

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