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Champions League: Psg impresona in casa del Chelsea, il Bayern umilia Lucescu. Cronaca dei match

Dopo le emozioni del martedì di Champions, con la sconfitta per 4-3 casalinga, in un tempio del calcio come il Bernabeu, dei campioni in carica del Real Madrid per merito di un indomito Schalke, con i Blancos qualificati ai quarti ma usciti sotto una tempesta di fischi, e la vittoria per 4-0 del Porto in casa contro il Basilea, le gare del mercoledì hanno confermato che questa è un’edizione ricchissima di gol, ma anche di emozioni forti.

Come ad esempio quelle dello Stanford Bridge, nella gara tra il Chelsea di Mourinho super favorito alla vigilia, per via dell’uno a uno della gara di andata al Parco dei principi di Parigi, e il PSG del contestato e traballante Laurent Blanc, con il tecnico ex ct della Nazionale al centro di un aspro e acceso dibattito che lo vedeva in Patria come tra i maggiori colpevoli dell’andamento altalenante in Campionato; ma si sa, basta una serata magica in Champions League e tutto può cambiare.
Padroni di casa che si presentano con un 4-3-3 iper offensivo, con Fabregas, Ramires e Matic a centrocampo, mentre a supporto dell’unica punta Diego Costa il talento di Eden Hazard e Oscar, con Blanc che risponde proponendo Cavani e Ibrahimovic con Pastore alle spalle, mentre a centrocampo spiccano gli italiani Verratti e Thiago Motta in terzetto con Matuidi.

Gara sin dalle prime battute molto spigolosa, con due squadre intenzionate a giocarsela alla pari e in maniera anche abbastanza dura, con la foga agonistica che contraddistingue queste gare: l’arbitro della gara, Kuipers, evidentemente non è dello stesso avviso e al 32′ del primo tempo reputa da espulsione un’entrata in ritardo, dura ma non certo cattiva, di Ibrahimovic, sventolando davanti allo Svedese un rosso che sarebbe costato caro a qualsiasi squadra. Il Psg, però, non si disunisce ed continua a difendersi con ordine, riuscendo a bloccare per tutto il primo tempo le offensive dei Blues, anche se il solito arbitro Kuipers non vede un fallo di Cavani su serpentina in area di Diego Costa a fine primo tempo che forse sarebbe stato corretto sanzionare con la massima punizione.
Al rientro in campoMourinho prova subito a giocarsi la carta Willian, al posto di uno spento Oscar, ma il pericolo più grande arriva al 57′ con Cavani che splendidamente imbeccato in contropiede da un tocco di Verratti, scarta il portiere ma a porta vuota da posizione defilata colpisce il palo interno, con il palo che che si spegne in rimessa laterale. Gara che continua ad essere nervosa, con lo 0-0 che sembra il risultato finale e desiderato dai ragazzi di Mourinho, ma l’equilibrio si spezza con il gol di Cahil, su azione confusa di calcio d’angolo. Sembra la fine per le speranze del PSG, con un uomo in meno e a pochi minuti dal termine: Blanc tenta il tutto per tutto inserendo Rabiot e Lavezzi, e arriva la beffa per un Chelsea troppo arrendevole: stacco imperioso all’86’ di David Luiz, ex di giornata, su assist da corner del pocho Lavezzi e gara all’overtime.
Equilibrio continuo, spezzato ancora una volta dal un episodio, un tocco di mano sciocco di Thiago Silva che concede calcio di rigore al Chelsea, con Hazard che dal dischetto è glaciale; sembra ancora finita, ma gli uomini di Blanc hanno sette vite e resuscitano, qualificandosi, a 6 minuti dal termine, con l’incornata vincente dell’ex difensore milanista  che riscatta, con gli interessi, il suo precedente errore.

Qualificazione che poteva essere invece in dubbio anche nell’altro match di coppa, quello tra il Bayern di Guardiola e lo Shakhtar Donetsk di Lucescu, visto lo 0-0 dell’andata in Ucraina: il risultato del ritorno però non ammette repliche, con un netto 7-0 che poco spazio lascia all’immaginazione, in merito ad un match interamente dominato dal primo minuto dai Bavaresi.
Guardiola che stupisce subito e punta tutto sulla qualità infinita della sua rosa nell’unidici iniziale, schierando contemporaneamente Ribery, Gotze, Schweinsteiger, Robben, Muller e Lewandowski, con Lucescu che prova a rispondere con uno schieramento più coperto, collocando Douglas Costa a supporto di Luiz Adriano.
Gara che si fa subito in discesa per il Bayern, con il rigore concesso e realizzato, e successiva espulsione per chiara occasione da rete per Kucher, da Tomas Muller al terzo minuto, che spiazza Pyatov e sigla l’1-0. Una brutta notizia però arriva al 19′, con Robben costretto ad abbandonare il terreno di gioco rimpiazzato dal più difensivo Rode; il raddoppio però non tarda ad arrivare, con il tocco sottorete di Boateng che corona una splendida azione corale.
Squadre che vanno al riposo sul 2-0, con gli Ucraini che però non sono riusciti ad affacciarsi dalle parti di Neuer neppure una volta: la ripresa è un monologo dei Tedeschi, con le reti di Ribery, ancora Muller, Badstuber (giovane e promettente difensore tedesco tornato alla ribalta dopo un periodo ai box di oltre un anno per un infortunio al ginocchio), Lewandowski e infine Gotze, che all’87 segna il definitivo 7-0 di una partita praticamente vissuta dallo Shakhtar da spettatori non paganti.
Con questa prestazione i Bavaresi si confermano, a discapito di qualche critica insensata, squadra da battere, senza troppi giri di parole, di quest’annata di Champions League.

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